In che modo ritiene che l'imprenditoria italiana si distingua rispetto al resto dell'Europa?
L’imprenditoria italiana si distingue rispetto al resto dell’Europa per il suo elemento di valore: il made in Italy, ovvero, l’insieme di cultura, valore, tradizioni e innovazione.
Tutto ciò nasce dalla presenza di imprenditori fisici riconoscibili conferendo un forte senso di identità e controllo, ma può presentare sfide nelle dinamiche globali.
Le startup italiane sono percepite come vere imprese, contrariamente ad altre regioni europee, ma ciò può portare a un attaccamento precoce all'idea, generando potenziali difficoltà.
L'Italia offre un ambiente favorevole allo sviluppo delle imprese?
Dipende dagli obiettivi dell’impresa. L'Italia offre diverse opportunità imprenditoriali.
Le risorse creative e capaci, insieme a un ambiente territoriale unico, centri di studio di qualità e sostegno da parte degli operatori, creano un contesto favorevole.
Tendenzialmente la forza dell’Italia è nelle capacità delle persone che spesso riescono a risolvere qualsiasi problematica. Quest’ultimo aspetto, però, quando l’impresa cresce genera anche delle problematiche.
In sintesi, l'ambiente imprenditoriale italiano è caratterizzato da una combinazione di facilitazioni e complessità, particolarmente evidenti nel passaggio a imprese di dimensioni maggiori.
Quali sono, a suo parere, le sfide più significative che gli imprenditori italiani devono affrontare oggi?
Le sfide predominanti per gli imprenditori italiani oggi comprendono la necessità di posizionarsi efficacemente in un mercato globale, affrontando la sfida della globalizzazione. Il bilanciamento tra tradizione e innovazione, soprattutto durante il passaggio generazionale, è un altro elemento cruciale. Inoltre, le due principali sfide aziendali attuali sono la transizione digitale e l'adozione di pratiche sostenibili, con un focus particolare sulla sostenibilità ambientale.
Tendenzialmente, la sfida principale è affrontare un contesto che valorizza le grandi dimensioni e l'aggregazione, mentre le strutture aziendali italiane sono spesso di natura diversa.
Quali sono, secondo lei, le principali regioni dietro le chiusure aziendali?
Le chiusure aziendali in Italia spesso derivano da strutture organizzative non efficienti, macchinari obsoleti e una limitata capacità di individuare il mercato. Gli elementi congiunturali esterni come, la pandemia di COVID-19, hanno accelerato un declino inevitabile.
Per le startup, la principale causa di fallimento è l'offerta per un bisogno inesistente e la mancanza di flessibilità.
Per le startup la principale causa di fallimento è quella di aver creato un’offerta per un bisogno inesistente, per cui essere troppo rigidi e non essere flessibili. L’essere troppo piccoli si pone tanti problemi che spesso portano alla perdita di competitività e alla penalizzazione da parte del mercato.
Crede che le politiche governative influenzino la nascita e il declino delle imprese?
Le politiche governative svolgono un ruolo importante nell'orientare le dinamiche aziendali. A livello nazionale, l'indirizzo del PNRR verso la sostenibilità e la digitalizzazione ha un impatto significativo.
I partenariati per la creazione di incubatori si dimostrano efficaci, migliorando le performance delle imprese.
Le politiche governative influenzano in tutti i sensi sia in modo positivo che negativo come ad esempio, quando non si incentiva la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione o quando non si presidiano dei settori importanti. Sicuramente un’eccessiva burocrazia ostacola la creazione e lo sviluppo delle aziende.
Come pensa che si potrebbe incentivare l'apertura di nuove aziende in Italia?
Le imprese vivono di mercato e qualsiasi intervento, sia da parte del governo che non, dovrebbe focalizzarsi sul comprendere quale mercato potrebbe avere delle necessità e una base di clientela cosi da fare qualsiasi cosa per avvicinare quella clientela all’imprenditore. L’utopia sarebbe semplificare i processi per sfruttare le opportunità.
Tuttavia, un’impresa non può dipendere esclusivamente da finanziamenti pubblici ma necessita anche di capitale proprio.
Inoltre, c'è la necessità di un adattamento dell'istruzione ai profili professionali richiesti, con un cambiamento nel modo di erogare contenuti per fornire strumenti pratici alle persone.
I supporti alle imprese, come percorsi di incubazione e accelerazione, sono fondamentali per favorire la crescita e mitigare il senso di isolamento. Il fallimento delle startup spesso deriva da investimenti eccessivi senza una pronta comprensione delle criticità.